Ora stava tornando a casa. La malinconia della mattina era passata. E anche il velo…

Ora stava tornando a casa. La malinconia della mattina era passata. E anche il velo soporifero che imprigionava gli sguardi delle persone accanto a Lei sembrava svanito. Le piaceva guardare la gente, immaginare la vita di ognuno, i pensieri, il senso, cosa faceva scintillare i loro occhi. La incuriosivano tutti. Un anziano signore, con lo sguardo fiero, e i cui occhi azzurri e i vestiti curati lasciavano trasparire una vita vissuta con passione, che aveva visto la guerra, la morte, e tali visioni, per quanto atroci, gli avevano dato più forte la consapevolezza dell’esistenza e la forza per andare avanti e combattere, anche nei momenti più tristi. Ed era sereno. Un uomo con una polo arancione, seduto con una borsa di pelle nera consumata sulle gambe, teneva tra le mani un cellulare e sembrava un passeggero inconsapevole della vita, le immagini dei suoi momenti gli passavano davanti ma lui non aveva la forza di prenderne parte e i giorni seguivano uno dopo l’altro senza che nulla cambiasse. Immobili. Una ragazza con i capelli lunghi biondi raccontava con enfasi alla sua amica rossa una lezione di biologia ma i suoi occhi brillavano pensando a cosa si sarebbe messa la sera, per uscire ed incontrare l’amico di suo fratello del quale era pazzamente innamorata. Poi c’era un ragazzo alto, dai capelli arruffati e una valigia verde militare, morbida, appoggiata per terra, quasi non fosse sua. Lo sguardo era solitario ma non “solo” come di chi ha bisogno di fare un cammino con il proprio cuore e non sapendo come fare inizia prendendo una valigia. Lei riusciva a leggere bene i suoi occhi perché un tempo anche lei aveva avuto bisogno di capire e  aveva scelto di partire da sola. Sola senza compagnie edulcoranti. Era considerata da tutti una ragazza allegra e a lei andava bene così perché sarebbe stato difficile condividere con qualcuno i picchi alternati del suo cuore, fatto di malinconia, amore, passione, silenzio, ed alcune volte anche tristezza. Per questo aveva bisogno di solitudine, di quella solitudine che non inganna con finta leggerezza.  Che rischia il vuoto ma che rende trasparente il tuo corpo e rende vivi tutti i tuoi sentimenti.  E così era partita in cerca di segnali. E aveva scelto di andare in un posto sull’oceano. Era arrivata di notte. Il vento soffiava forte e l’aria era molto fresca tanto da rabbrividire, nonostante la felpa con il cappuccio. E si sentiva molto triste. La sua razionalità stava emergendo e in  quel momento fu costretta a darle ragione. “Non può essere il vento a darti le risposte. Andare lontano non serve”. Ma lei credeva nei sogni, nella voce della natura, nei momenti magici in la potenza dell’universo libera la tua anima e svela i segreti del mondo.  Ci credeva, perché era già capitato. Ma in quel momento non sentiva niente. Aveva freddo, anche avvolta da una coperta che aveva trovato nel surf camp e chiudendo gli occhi si accorse di non riuscire a piangere. I suoi sentimenti erano come pietre.

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Erano passati quasi cinque giorni e non era pentita, anche se la solitudine era emersa in tutta la sua immensità.  Aveva visto tutte le sfumature del sole delicatamente crescere sul mare, aveva sentito il vento renderla libera in equilibrio sulle onde, aveva provato l’emozione della velocità. E in questa gioia si sentiva comunque malinconica. Per questo, in quel pomeriggio in cui le onde si ergevano fino a bagnare lembi di nuvole strappate dal vento, aveva deciso di abbandonarsi ai suoi pensieri e a tutto quello che finora aveva voluto cancellare dalla mente. Passeggiava sulla spiaggia e all’improvviso il vento divenne così forte da dover usare tutte le sue energie per camminare. Le sembrava di lottare contro una forza invisibile e quindi preferì fermarsi e abbandonandosi a tutta la potenza della natura che invece di contrastarla sembrava avvolgerla. E si sentì anche lei un elemento sconvolto da quella vitalità. Inebriato da quel profumo unico di sale e tempesta. E mentre il suo respiro diveniva della stessa materia dell’aria, percepì il pensiero dell’Universo, e ne sentì la voce, fuori dal tempo, fuori dalla spazio. E all’improvviso una sensazione di calore calmò la sua anima che divenne, nella sua intangibilità, più forte del vento.  Lei era tornata e il suo cuore batteva fortissimo. Ora sapeva cosa doveva fare.

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