Non riusciva a dare consistenza alle emozioni che, prive di una singola identità, come metallo ancora liquido, colpivano dall’interno il suo cuore. Alla ricerca di una via di uscita. Alla ricerca di una materialità che potesse renderle concrete, reali. E come bolle incandescenti toccavano la sua anima, rendendola ormai quasi anestetizzata, quasi priva di ogni sensibilità. E in questo suo stato di incapacità di raccontare i suoi mille pensieri, sentiva giorno dopo giorno di non avere più il controllo. Il controllo di quel magma vivo e bollente che respirava dentro di lei.

Si trovava come immobilizzato da mille idee ed emozioni non definite. La rabbia, la delusione si erano avviluppate alla sua anima rendendo inerte la sua mente. E in questo nulla comincio a scrivere e i pensieri cominciarono ad uscire uno ad uno come da una matassa acquisendo vitalità sempre più potente e lucida. Fu allora che si accorse che la vittoria più  grande non è  vincere ma avere un’idea. E cosi comprese che non era ancora giunto il momento di fermarsi.